Cosa fare in caso di mal di schiena/collo?
I farmaci vanno bene oppure no?
Evitare problemi alla schiena/collo migliora benessere e forma fisica.
Sei tra quelle persone che desiderano saperne di più, prevenire e in definitiva vivere al meglio il passare degli anni?
Allora ti servono conoscenze utili al tuo benessere fisico e quanto prima le farai tue, tanto più risulteranno efficaci: a 20, 30, 40 o 70 anni sarà sempre un gesto sensato ed intelligente!
Una premessa necessaria.
Chi lavora (ad esempio) in ristorazione e chi lavora in campo informatico è spesso “vittima” di dolori alla colonna vertebrale (lombalgia, dorsalgia e cervicalgia).
Ma anche studenti che passano ore a studiare, persone che stanno ore al cellulare e chi svolge servizi in casa. Insomma, un po’ tutti noi possiamo essere a “rischio”.
Dal momento che questo tipo di dolori può ridurre la qualità della vita, fino ad arrivare a poter incidere sull’autostima (ebbene si) se ne soffri o se vuoi prevenire, vale la pena saperne di più.
L’argomento è vasto e la Medicina, dal 1995 in poi, ha potuto dare risposte più solide grazie all’arrivo della Risonanza Magnetica.
Infatti c’è da sapere che prima della risonanza, le diagnosi erano davvero poco precise e non di rado i trattamenti rallentavano la guarigione, quando non favorivano la patologia.
Infatti, fino al 1995 i Medici avevano una unica possibilità per poter vedere come era fatta la colonna vertebrale nella sua totalità: l’operazione chirurgica, cioè aprendo la schiena, perchè altri esami diagnostici esistenti (come le radiografie) non erano in grado di mostrare i dischi intervertebrali: strutture di enorme importanza in tutte le patologie e nelal prevenzione.
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Una distinzione fondamentale: due possibili cause.
Per poter arrivare alla risposta alla nostra domanda è necessario avere prima a mente che i dolori schiena/collo e relativi irraggiamenti a braccia e gambe, possono avere – semplificando – due cause ben diverse tra loro.
La prima causa è data da patologie organiche: ad esempio i tumori localizzati nell’area della colonna vertebrale.
La seconda causa è data da una scorretta azione meccanica delle strutture tra loro (dischi, vertebre, nervi, ecc.).
La prima cosa da fare quindi quando compare un episodio di dolore è chiedersi quale delle due cause sia alla base del problema.
Anticipo che – per fortuna – la grande maggioranza dei problemi è data dalla seconda causa.
Ed è bene quindi che ci sia sempre una diagnosi a conferma che il problema derivi dalla seconda causa che ti ho illustrato qui sopra.
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Quindi: farmaci si o no? E perché?
La prima risposta della Medicina è che in questi casi – quelli derivanti dalla seconda causa (è bene ricordarcelo) – il dolore NON è la causa, ma è il sintomo. Ed essendoci alla base un problema di origine meccanica, l’uso di una sostanza capace di spegnere il dolore (farmaco) produrrà tre effetti.
La persona potrà riprendere le proprie attività in breve tempo.
La causa (meccanica) non verrà guarita e potrà quindi anche progredire.
La mancanza del dolore (sintomo) renderà più difficile individuare e curare la causa.
Ora, la Medicina ci dice anche che una corretta azione curativa deve tenere conto degli effetti benèfici di breve, medio e lungo termine e non solo della scomparsa del dolore, che e resta sintomo e NON causa (anche ciò è bene tenerlo a mente).
Posto che nell’obiettivo terapeutico rientra sempre è sempre anche quello di togliere il dolore, per guarire è fondamentale agire sulla causa, riequilibrando il lavoro delle strutture meccaniche del corpo, in quanto questo squilibrio è la causa stessa della patologia. Infatti, è soltanto quando la persona che ha dolore passa da una postura scorretta ad una corretta, che la causa viene eliminata.
E per assumere la postura corretta, spesso, bastano pochi minuti, come ci hanno mostrato sia la ricerca che la pratica su un numero ormai di milioni di persone nel mondo.
Ma assumere la postura corretta – e quindi la cura – lo si può fare soltanto con la collaborazione attiva della persona che ha dolore. Mentre l’esperienza ci insegna che in assenza di dolore, la cura può essere più difficile. Ecco perché una riduzione del dolore (sintomo) è utile, mentre una sua eliminazione rende la terapia più difficile.
L’obiettivo è quindi quello di ridurre il dolore, senza toglierlo del tutto, in vista della cura, grazie alla posizione antalgica. E questo proprio perché l’azione più corretta per arrivare a guarire si verifica quando la persona che soffre impara ad assumere volontariamente la posizione antalgica.
Quest’ultima non è finalizzata soltanto ad eliminare il dolore (sintomo), ma a compiere il primo gesto terapeutico in ottica di riduzione dello scompenso meccanico, curando definitivamente la causa e di conseguenza eliminando il dolore.
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La Medicina ci dice che la posizione antalgica può essere assunta sotto la guida di un Professionista o come a volte avviene “per caso” quando viene trovata dalla persona stessa che sta soffrendo.
Quando invece la posizione antalgica non sia possibile per mancanza di possibilità a ricorrere rapidamente ad un Professionista, allora il dolore – se non sopportabile o sostenibile – va ridotto o eliminato con i farmaci.
I farmaci sono quindi un prezioso presidio di intervento specifico e vanno utilizzati per “tamponare” il sintomo, avendo ben chiaro che il vero problema – la causa meccanica che ho spiegato sopra – non potrà però guarire grazie ai farmaci.
Sarà quindi comunque necessario imparare ad assumere la posizione antalgica per poter eliminare definitivamente la patologia ed il dolore, evitando così ricadute e aggravamenti e facendo in tal modo anche prevenzione per il proprio futuro.
Infatti gli anni che passano lasciano segni sul nostro corpo, sia fuori che all’interno: e la nostra colonna vertebrale non è certo esente dagli effetti del tempo.
Inoltre è bene tener presente che una postura scorretta resta tra i principali motivi di molti dei nostri problemi fisici ma anche – ormai è noto – emotivi, relazionali e di autostima.
Con questo articolo mi auguro di essere stato utile a quelle persone che soffrono per problemi dovuti alla colonna vertebrale.
E a quelle persone che desiderano saperne di più, prevenire e in definitiva vivere al meglio il passare degli anni.
Alcune conoscenze infatti risulteranno tanto più utili, quanto prima le faremo nostre: a 20, 30, 40 o 70 anni.
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Come fare per apprendere la posizione antalgica e le tecniche posturali preventive?
Se sei interessata/o a saperne di più e ad imparare i principali esercizi posturali per restare in forma, ti informo che è disponibile il mio corso di Coaching Posturale.
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Paolo Bernardi
Docente Educazione Posturale MBS
Istruttore Posturale ASI-CONI