Emozione, dal Latino emovère (ex = fuori + movere = muovere) letteralmente portare fuori, smuovere, in senso più lato, scuotere, agitare. Per cui l’emozione, altro non è se non un’agitazione, uno scuotimento, una vibrazione dell’animo che portiamo all’esterno di noi.
Le Emozioni si dividono in Primarie e Secondarie: e questa distinzione è davvero fondamentale per il nostro benessere.
1 LE EMOZIONI PRIMARIE. Sono fisiche e istintive. Esse sono state programmate nei nostri geni da molti, moltissimi anni di evoluzione. Sono complesse e comportano una serie di reazioni fisiche e cognitive (molte delle quali non sono ancora ben comprese), e il loro scopo generale è quello di produrre una risposta specifica a uno stimolo.
Per esempio: se si è da soli ed a piedi nel deserto o nella savana e si vede un leone, si ha immediatamente paura. Le emozioni possono essere misurate oggettivamente dal flusso di sangue, dall’attività cerebrale, dalle espressioni facciali e dalla posizione del corpo.
Le emozioni sono gestite dal sistema limbico, il nostro centro di elaborazione emotiva.
Ciò significa che sono illogiche, irrazionali, e irragionevoli, perché il sistema limbico è separato dalla neocorteccia (posto letteralmente dietro), la parte del nostro cervello che si occupa dei pensieri coscienti, il ragionamento e il processo decisionale, che a livello evolutivo è conseguente al sistema limbico (costituito da amigdala, ipotalamo e ippocampo).
2 LE EMOZIONI SECONDARIE. Sono quelle che originano dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano con la crescita dell’individuo e con l’interazione sociale, quindi anche a causa dei sentimenti e dei pensieri. Questa categoria di emozioni è tutt’altro che naturale e/o spontanea. In queste ricerche, il Ricercatore più accreditato a livello mondiale è Paul Ekman. Vediamo ora, in breve, qualche differenza tra le due E1 (Emozioni Primarie) ed E2 (Emozioni Secondarie).
E1 ed E2 a confronto.
La PAURA – ad esempio – fa parte del Gruppo E1: se vedo un animale feroce che può assalirmi, ho paura, quindi scappo, poi mi salvo e quando non sono più in pericolo, la paura finisce. l’ANSIA invece – definita come “la Paura della Paura” – fa parte del Gruppo E2: è una reazione emotiva dovuta al prefigurarsi di un pericolo ipotetico, futuro e distante. Per tornare all’esempio: io sono in casa mia e soffro stati di ansia a causa dell’ipotesi che uscendo incontrerò un animale feroce che mi assalirà.
Come si vede chiaramente da questo esempio, le E2 sono frutto di pensieri mentali dovuti ad esperienze che variano da persona a persona e per tale motivo non hanno un valore universale. Infatti difronte allo stesso evento, ciascuna persona proverà E2 proprie. Il grado di soggettività presente in tali Emozioni può far riflettere sul loro grado di affidabilità. Dal momento che le E2 condizionano molto la nostra esistenza, la domanda che viene spontanea è in genere la seguente: “posso cambiare le mie Emozioni Secondarie?” La risposta è SI; infatti i pensieri mentali che le generano, sono frutto del nostro apprendimento e quindi tali E2 possono essere sostituite, attraverso un apposito lavoro interiore, guidato da uno specialista (di solito uno Psicologo Psicoterapeuta).
Ancora qualche riflessione sul confronto tra E1 ed E2.
Tutte le E1 durano il tempo necessario all’evento che si sta svolgendo, quindi sono del tutto funzionali ed agganciate alla realtà che viviamo; sono affidabili ed hanno l’importante funzione di orientarci e farci vivere una vita vera e piena (anche se spesso fuggiamo da loro, facendoci così molto più male del dovuto). Tutte le E2 esistono in modo funzionale a ciò che noi riteniamo giusto e quindi in definitiva scollegate dalla realtà, in quanto non oggettive. L’intensità che le E2 hanno acquisito con la “modernità” è qualcosa di davvero pericoloso, proprio perché in grado di alterare il nostro stato percettivo, spostando il “punto di attenzione” dal reale all’irreale; per questo motivo le E2 non padroneggiate hanno la potenzialità di portare la nostra esistenza completamente fuori strada! Conoscere e riconoscere le E1 e le E2 è fondamentale per poter vivere un’Esistenza decente. Su questo tema c’è davvero molto da imparare e quanto qui detto è soltanto un accenno che mi auguro possa incentivare il lettore a cercare strade di approfondimento di questo tema.
Concludo affermando che la qualità della nostra vita dipende in larga misura dalla qualità delle nostre Emozioni Secondarie.
Emozioni Primarie | Emozioni Secondarie |
1. rabbia, generata dalla frustrazione che si può manifestare attraverso l’aggressività; 2. paura, emozione dominata dall’istinto che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una situazione pericolosa; 3. tristezza, si origina a seguito di una perdita o da uno scopo non raggiunto; 4. gioia, stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri; 5. sorpresa, si origina da un evento inaspettato, seguito da paura o gioia; 6. disprezzo, sentimento e atteggiamento di totale mancanza di stima e disdegnato rifiuto verso persone o cose, considerate prive di dignità morale o intellettuale; 7. disgusto, risposta repulsiva caratterizzata da un’espressione facciale specifica. | Allegria, sentimento di piena e viva soddisfazione dell’animo; invidia, stato emozionale in cui un soggetto sente un forte desiderio di avere ciò che l’altro possiede; vergogna, reazione emotiva che si prova in conseguenza alla trasgressione di regole sociali; ansia, reazione emotiva dovuta al prefigurarsi di un pericolo ipotetico, futuro e distante; rassegnazione, disposizione d’animo di chi accetta pazientemente un dolore, una sfortuna; gelosia, stato emotivo che deriva dalla paura di perdere qualcosa che appartiene già al soggetto; speranza, tendenza a ritenere che fenomeni o eventi siano gestibili e controllabili e quindi indirizzabili verso esiti sperati come migliori; perdono, sostituzione delle emozioni negative che seguono un’offesa percepita (es. rabbia, paura) con delle emozioni positive (es. empatia, compassione); offesa, danno morale che si arreca a una persona con atti o con parole; nostalgia, stato di malessere causato da un acuto desiderio di un luogo lontano, di una cosa o di una persona assente o perduta, di una situazione finita che si vorrebbe rivivere; rimorso, stato di pena o turbamento psicologico sperimentato da chi ritiene di aver tenuto comportamenti o azioni contrari al proprio codice morale; delusione, stato d’animo di tristezza provocato dalla constatazione che le aspettative, le speranze coltivate non hanno riscontro nella realtà. |
Ti segnalo qui un contributo su questo tema che ho selezionato direttamente dal Canale Youtube del Fondatore del Metodo Ongaro® – il Dott. Filippo Ongaro.
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Quindi iscriviti al canale di Filippo e buona visione.
Paolo